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In questa raccolta di poesie la parola sembra volersi liberare dal peso superfluo per liberarsi in un cielo azzurro e puro. Nessuna concessione, dunque all'infingimento, all'orpello; tutto scaturisce da una visceralità si passionale, che viene però sempre filtrata da una ragione vigile e scrupolosa a trascrivere i più essenziali richiami dell'anima. La parola, insomma, si avvicina sempre più al silenzio e alla solitudine, che l'autrice proclama come archetipi sostanziali della sua silloge.